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5° giorno: Gallipoli – Santa Maria di Leuca (ca. 50 km)
È il
punto più meridionale del Salento
e al tempo stesso lo spartiacque fra Mar Ionio e Adriatico:
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. La città è nota per la sua chiesa e i pellegrinaggi che vi si compiono, ma anche per tante ville sontuose dalle architetture bizzarre e inusuali, volute da eccentrici proprietari amanti del mare.
6° giorno: Santa Maria di Leuca – Otranto (ca. 52 km)
Il tour conduce
lungo la costa Sud
del Mar Adriatico, fino alla città messapica di
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, incastonata in un paesaggio incantevole. La parte vecchia della città è circondata da un muro possente ed è dominata dall’imponente Castello Asburgo. Sulla strada per Otranto, si ha la possibilità di visitare la famosa
grotta Zinzulusa
. Un’altra sosta consigliata a
Santa Cesarea Terme
, nota per le sue cure idroterapeutiche e la fangoterapia radioattiva.
7° giorno: Otranto – Lecce (ca. 50 km)
Si prosegue lungo la costa, attraverso innumerevoli coltivazioni di ulivi fino a Lecce. Per una sosta il luogo migliore è la
spiaggia di Torre dell’Orso
circondata da rocce calcaree. A Lecce, capitale del Salento, termina il viaggio. Sarà un’ottima occasione per dedicare alcune ore alla visita della città, unica e affascinante per gli edifici e le chiese in stile barocco. Da visitare l’anfiteatro e il teatro d’epoca romana, entrambi costruiti sotto l’imperatore Augusto.
I due artisti, Bertozzi e Casoni, creano “sculture dipinte” , come essi stessi definiscono la loro ricerca; assemblaggi di ceramiche con raffinata tecnica, mirata alla ricerca del dettaglio. Non solo. Più avanti appare una fruttiera di uova rotte. Sempre in ceramica. Il realismo è disarmante. E ha siglato il successo di questa collettiva. La mostra
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si può ammirare ancora
fino al 30 luglio
, a piano terra di Palazzo Ducale nello Spazio 46. Si tratta di una rassegna d’arte contemporanea curata da Stefania Giazzi e Virginia Monteverde. Che vede la partecipazione di tre artisti internazionali , scelti per affinità tematiche.
La mostra ha visto l’esposizione delle opere di Agostino Arrivabene, Bertozzi e Casoni, e Angelo Filomeno . Il filo conduttore è il tema della caducità e vulnerabilità della materia attraverso le rappresentazioni del gruppo di artisti che esprimono, con raffinate tecniche di pittura, sofisticate sculture e manufatti preziosi, la sottile malinconia del tempo. Ironia, manierismo e struggente ricerca della bellezza pervadono le opere in mostra in una moderna rappresentazione della “Vanitas”. La mostra è stata organizzata da Art Commission Events con il patrocinio di Palazzo Ducale fondazione per la cultura e Comune di Genova, con la collaborazione di Associazione Art Commission.